Ciao, come promesso ho fatto le foto che ti avevo promesso, riguardo ad alcuni particolari delle piastre negative di recupero e di come tendono a sfandarsi se non opportunamente sostenute/pressate.
Batteria denominata "solare" appena smontata, è una 100Ah, ho messo appositamente il solare tra virgolette in quanto è identica internamente ad una da auto, difatti smontandola si capisce subito il motivo per il quale ci ha abbandonati, le piastre sottili come quelle normali da auto si sono sfaldate sotto uso ciclico, poveraccio il tizio che l'ha pagata per solare quando in realtà non ha nulla di più di una da ipermercato per auto.
Come potrai notare, a parte le piastre positive sfaldate ed espolse verso l'alto a formare corti, vi sono dei blocchetti di plastica sui lati delle celle a tenere pressati e fermi i panini di piastre, te lo faccio notare in quanto poi noterai i particolari di dove si sfaldano le piastre negative, ovvero dove manca il sostegno della plastica e quindi dove le griglie negative sono state lasciate in acido libero senza alcun tipo di sostegno meccanico:
In questa immagine (una delle piastre negative migliori) noterai la forma lasciata dal supporto plastico spaziatore che aveva delle finestrelle vuote rettangolari:
Con una differente angolatura cerco di far capire (difficile da rendere in foto) come le materie attive negative si siano espanse là dove non vi era sostegno meccanico:
Un altra piastra dove si nota il segno lasciato nelle aree di assenza di parete di sostegno:
Un altra piastra negativa sottile usurata dalle scariche profonde, di quelle laterali dove non vi era la pressione del "panino" di piastre a sostenere le materie attive nella griglia:
Foto di una piastra negativa proveniente da un altra batteria anche questa laterale dove si vebe benissimo la differenza di dove poggiava pressata sul sostegno di plastica e dove no:
Altro piastra, altra batteria, altro dettaglio:
Ora invece ti volgio mostrare il mio prototipo di batteria sedimentale di cui ho esposto i dettagli in un altra discussione, ormai operante da circa 1 anno, avrà effettuato un centinaio di cicli profonde con scarice fino a 0 (1,6V per elemento di stacco), come piastre negative ho utilizzato le solite negative di recupero ma qui posizionate orizzontalmente e sostenute da una rete a maglie larghe e dal tessuto in polipropilene della liod, come potrai notare le materie attive tendono a distaccarsi con le scariche cicliche profonde:
La batteria sedimentale funziona ancora bene ma credo che non abbia ancora vita lunga, non tanto per le piastre positive fuse in mix da me ma per le negative ormai troppo strapazzate, 2 elementi della serie di 6 erano senza il tessuto in polipropilene della liod e son solo la retina plastica a sostegno e di fatti come forse si risece a intravedere dalla prossima foto metà delle materie attive si sono distaccate e precipitate sul fondo, rubando materia attiva alla negativa e donando capacità alla positiva:
Tutto questo per concludere che a mio avviso le negative da auto sono troppo sottili per essere usate immerse libere in acido, necessitano di sostegno meccanico a maglie fini se si punta ai 20 anni o più, anche se concordo pienamente che sono facili da recuperare ed utilizzare facendo risparmiare metà del tempo e del materiale nella realizzazione abbastanza laboriosa di batterie fai-da-te, sono il primo ad usarle in tutti i miei prototipi.